La Bibbia?!? Le ultime vicissitudini in questo blog (vedi articolo e commenti post precedente) mi hanno molto fatto riflettere su come la Sacra Scrittura se mostrata al mondo senza una corretta ermeneutica possa sembrare banale, ridicola e addirittura fiabesca. Purtroppo però la lettura fondamentalistica e scollegata apre le possibilità a fraintendimenti che più che giustificare, comprendo. Citare Vangeli a sproposito, passi biblici per dire tutto e il contrario di tutto non va bene. Banalizza il patrimonio dei credenti: la Parola di Dio. Approfondire formazione, tradizioni e quant’altro sarebbe difficile in un breve intervento cm questo ma vorrei almeno solo portare alla luce il fatto che essa è quel patrimonio dell’umanità, Parola di Dio all’uomo per i credenti, che in una corretta e logica lettura apre la possibilità della fede. Per non perdermi in parole mie cito direttamente il Catechismo della Chiesa Cattolica in riferimento appunto a quello che scrivo; noterete che per i cattolici il discorso sulla Sacra Scrittura è di gran lunga più ampio rispetto a quello che si è notato nelle spropositate citazioni bibliche da manuale della vita avvenute anche in questo blog da amici pentecostali. Questo ancora non vuole essere un giudizio di fede verso di loro ma solo un rimettere in luce una testimonianza, quella cattolica, che credo, fosse pure solo per conoscenza, sia importante verificare.
108 La fede cristiana tuttavia non è una « religione del Libro ». Il cristianesimo è la religione della « Parola » di Dio: di una Parola cioè che non è « una parola scritta e muta, ma il Verbo incarnato e vivente ». 126 Perché le parole dei Libri Sacri non restino lettera morta, è necessario che Cristo, Parola eterna del Dio vivente, per mezzo dello Spirito Santo ce ne sveli il significato affinché comprendiamo le Scritture. 127
109 Nella Sacra Scrittura, Dio parla all’uomo alla maniera umana. Per una retta interpretazione della Scrittura, bisogna dunque ricercare con attenzione che cosa gli agiografi hanno veramente voluto affermare e che cosa è piaciuto a Dio manifestare con le loro parole. 128
110 Per comprendere l’intenzione degli autori sacri, si deve tener conto delle condizioni del loro tempo e della loro cultura, dei « generi letterari » allora in uso, dei modi di intendere, di esprimersi, di raccontare, consueti nella loro epoca. « La verità infatti viene diversamente proposta ed espressa nei testi secondo se sono storici o profetici, o poetici, o altri generi di espressione ». 129
111 Però, essendo la Sacra Scrittura ispirata, c’è un altro principio di retta interpretazione, non meno importante del precedente, senza il quale la Scrittura resterebbe « lettera morta »: « La Sacra Scrittura [deve] essere letta e interpretata con l’aiuto dello stesso Spirito mediante il quale è stata scritta ». 130
Il Concilio Vaticano II indica tre criteri per una interpretazione della Scrittura conforme allo Spirito che l’ha ispirata: 131
112 1. Prestare grande attenzione « al contenuto e all’unità di tutta la Scrittura ». Infatti, per quanto siano differenti i libri che la compongono, la Scrittura è una in forza dell’unità del disegno di Dio, del quale Cristo Gesù è il centro e il cuore aperto dopo la sua pasqua. 132 (…)
113 2. Leggere la Scrittura nella « Tradizione vivente di tutta la Chiesa ». (…) Infatti, la Chiesa porta nella sua Tradizione la memoria viva della Parola di Dio ed è lo Spirito Santo che le dona l’interpretazione di essa secondo il senso spirituale (…)
114 3. Essere attenti all’analogia della fede. 137 Per « analogia della fede » intendiamo la coesione delle verità della fede tra loro e nella totalità del progetto della Rivelazione.
115 Secondo un’antica tradizione, si possono distinguere due sensi della Scrittura: il senso letterale e quello spirituale, suddiviso quest’ultimo in senso allegorico, morale e anagogico. La piena concordanza dei quattro sensi assicura alla lettura viva della Scrittura nella Chiesa tutta la sua ricchezza.
…mi sembra evidente allora che per dare sapore al sapere sia importante non fossilizzarsi e permettere all’uomo di entrare nel mistero (dove per mistero si intende “realtà abitata da Dio”) non per forza ma volentieri (cfr 1 Pt 5) in attesa che il personale cammino di discernimento permetta agli uomini di buona volontà (e forse anche non di buona volontà) di poter dire dal cuore:
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
“ecco io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3, 19-20)
…una serratura forzata fa chiamare ladro chi ci entra… chi ha orecchi, intenda.